Dispatches from Bristol

  • From: Antonio Cavedoni
  • To: Amici e parenti
  • Date: Mon, 25 Nov 2002 00:01:17 +0000
  • Subject: Dispatches from Bristol, episode VII
Cari parenti e amici,

eccomi di nuovo qui. E' passata un po' d'acqua sia sotto l'England Bridge che sopra, e dall'ultimo dispaccio le cose sono leggermente cambiate.

Ma andiamo con ordine; nell'/episode/ IV mi auto-ponevo le seguenti domande (che furbo, eh?): "come andra' la mia audizione? Trovero' da lavorare? Andro' in Irlanda? Riusciro' a seguire le lezioni? Diventero' finalmente intelligente?"

L'audizione non c'e' mai stata, il giorno in cui dovevo presentarmi stavo poco bene (raffreddore, mal di testa e mal di gola), avevo la voce in cantina e non mi sono presentato. Eh oh, capita. D'altra parte e' stato un bene, perche' nei giorni successivi sarei stato molto impegnato avendo finalmente - per rispondere anche alla seconda domanda - TROVATO DA LAVORARE!

Ebbene si, da un cinque settimane a questa parte (domani comincio la sesta), sono il "new media designer" della e-scape media. La e-scape e' una piccola web agency di Bath, cittadina poco fuori Bristol famosa per la sua sorgente di acqua calda naturale che venne convertita in bagno termale dai romani. Avevo mandato il mio curriculum su una mailing list di web-qualcosa bristollesi e dopo settimane di completo silenzio ho ricevuto due offerte di lavoro in una sola sera.

Anyway, i primi giorni li abbiamo passati nel vecchio ufficio, ovvero a casa di Benjamin. Benjamin e' un ragazzo sulla trentina, alto e grassottello, ma davvero simpatico; dopo i miei precedenti, fallimentari tentativi, questa volta sono riuscito a fare un colloquio da persona civile e infatti e' andato talmente bene che il giorno dopo ero gia' in ufficio. E a proposito di ufficio, vorrei farvi notare due coincidenze che probabilmente hanno giocato a mio favore: a) la casa-ufficio di Benjamin era in *CALEDONIAN* road (come dire, giocavo in casa) e b) appena scese le scale, visto che eravamo nel seminterrato, indovinate cos'ho visto? Un bel pacco di piastrelle della Ceramica Ricchetti, che non solo e' di Sassuolo, ma che e' anche di fianco a casa di mia nonna (e sia lei che il nonno ci hanno lavorato per anni, "da Rigāt").

Altra cosa positiva di questo posto di lavoro e' che pochi giorni prima che io arrivassi Ben aveva ingaggiato una fotografa per fare un servizio a tutto lo staff della e-scape (cinque persone). Ergo, per la prima volta nella mia vita ho una serie di fotografie decenti della mia brutta faccia. E' stato divertente, anche perche' mentre facevamo il servizio ho fatto una lunghissima chiacchierata con la fotografa sulla vita dello studente Erasmus in Inghilterra, il lavoro e altre varie amenita'.

Essere a Bath ha alcuni lati positivi e altri negativi: la citta' e' un piccolo gioiellino, e da quando ci siamo spostati nel nuovo ufficio in centro posso godermela ogni giorno. Nella pausa pranzo, quando c'e' bel tempo, non c'e' niente di piu' stupendo che andare da Fodder, farsi fare un panino pomodoro-prosciutto-mozzarella e pesto (si, genovese, stupendo nel panino) da Danilo e andare a mangiarlo nella piazza tra le terme romane e l'abbazia di Bath, al suono del pifferaio che si fa trovare tutti i giorni all'ora di pranzo. Wonderful. Poi Bath e' piena di negozietti e viuzze deliziose, niente da dire: una citta' fantastica.

Il vero problema e' *arrivare* a Bath e tornare a casa. L'itinerario e' il seguente: si parte da casa - a piedi, perche' in autobus ci vuole troppo e comunque e' sempre in ritardo - alle 8.00, si fa tutto il centro e si arriva in stazione a Temple Meads verso le 8.30, si aspetta il primo treno per Bath e, quando si e' fortunati, si e' in ufficio per le 9.15. Per tornare, si va a Bath Spa (la stazione dei treni) alle 18.00, quandi si e' fortunati si prende il primo treno che arriva a Temple Meads dopo 18 minuti, poi quando si e' fortunati si prende la prima corriera che ci mette circa mezz'oretta ad arrivare a Cotham Brow, si cammina altri cinque minuti e si e' a casa per le sette e qualcosa.

Il problema e' che non si e' *mai* fortunati.

I treni inglesi sono decisamente tenuti meglio di quelli italiani, e te ne accorgi perche' quando scendi non puzzi "di treno" come da noi. Pero', per quanto tenuti bene siano, questi treni sono sempre orribilmente in ritardo.

Le situazioni piu' tragicomiche sono quasi sempre alla mattina, tipo: una volta ai passeggeri diretti a Londra (un *bel po'*) hanno fatto cambiare treno due volte perche' c'era un treno rotto e non si capiva quale fosse: immaginatevi un intero Eurostar svuotato, i passeggeri che si affrettano ad un altro binario su un altro treno, per poi venire rimandati indietro al treno da cui erano venuti, mestamente.

E tutta questa lentezza non e' neanche gratuita. Andata e ritorno da Bristol a Bath, decisamente piu' corta di un Modena - Bologna, viene 4.5 sterline. Un season ticket da Bristol a Bath (l'abbonamento), viene 89 sterline!

E vi risparmio le lamentele su quanto sono dannatamente lenti e in ritardo gli autobus di Bristol. Fortunatamente con il season ticket non pago l'autobus per tornare a casa, che di solito mi salva dall'ibernazione o dal maltempo...

* * *

Quindi com'e' la vita di un english worker? Not bad, really. Il problema principale e' inserirsi nel gruppo di lavoro, specialmente per via della lingua; d'altra parte e' esattamente quello per cui sono venuto in Inghilterra. Sinceramente mi interessa poco l'esperienza del webdesigner perche' so benissimo come funziona il lavoro che mi viene richiesto, ma quello che sto imparando a livello di produzione e comprensione dell'inglese e' impagabile, e in realta' e' proprio quello per cui sono venuto in Erasmus qui.

I ragazzi (Ben, Paul, Dan e Liam) comunque mi aiutano molto e sono pazienti quando non capisco qualcosa, anche perche' di solito non capisco gli stupidi scherzetti da ufficio ma sono abbastanza operativo sulle questioni di lavoro.

Altra cosa, ho finalmente scoperto come funzionano le tasse in Inghilterra. Per qualunque persona, dallo spazzino al dirigente, c'e' un reddito minimo annuale, che non e' tassabile. In pratica, le prime 4600 sterline che si guadagnano ogni anno sono tax-free, e si comincia a pagare da li' in avanti. Questo significa che probabilmente io non dovro' pagare le tasse, ottima cosa. Thanks, your majesty.

* * *

All'universita' sono cominciate le presentazioni degli studenti, ovvero lezioni tenute da uno di noi a turno invece che dalla professoressa. Anche in italia, all'universita' ci avevano fatto provare questo metodo, ma era miseramente fallito per una semplice ragione: qui a Bristol lo stiamo facendo con una classe di 17 persone, a Reggio Emilia l'esperimento era stato con una classe di 150!

Tre giorni fa ho consegnato il mio primo news commentary, l'analisi di tre articoli di giornale sugli anni di piombo in Italia e come al solito mi sono ridotto alla sera prima della consegna per finire tutto. Ci sono vizi e vecchie abitudini che sono davvero difficili da cambiare, non c'e' Erasmus che tenga.

Domani vado a fare il lettore in una classe del secondo anno di italiano, spero di essere in un qualche modo utile. Una sera sono uscito con i ragazzi del Club Italia, una piccola associazione di studenti di italiano, e ho cercato di spiegare come si stava da noi, che anche se c'era Berlusconi al governo non eravamo in un regime (o quasi), che non era vero che il sud era solo mafia, camorra e 'ndrangheta e altre amenita'.

Mi sono reso conto di quanto siano forti e potenti gli stereotipi in materia di rapporti internazionali, e questo va ben al di la' degli studenti universitari e le loro paure post-adolescenziali, ma forse questo merita un dispaccio tutto suo.

* * *

Che dire? Direi che per ora vi ho dato abbastanza notizie: se volete saperne *ancora* di piu' su Bristol, chiedete alla Federica che e' stata qui a fine ottobre e che sara' piu' che lieta di raccontarvi le amenita' della vita inglese.

Baci e abbracci a tutti quanti, ancora una volta!

Take care,

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Antonio
Antonio Cavedoni
Last modified: Thu, 13 May 2004 21:28:53 +0200

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