Dispatches from Bristol
- From: Antonio Cavedoni
- To: Amici e parenti
- Date: Thu, 10 Oct 2002 14:40:00 +0100
- Subject: Dispatches from Bristol, episode III
(comincio questo episodio alle 13.35 di lunedi' 30/9). Oggi e' una settimana che sono qui a Bristol, sono stato un po' impegnato in questi giorni e non ho potuto scrivervi nulla. Riprendo il discorso da mercoledi', quando dovevo andare a casa di un amico di Tim a "lavorare".
Poco prima di uscire mi chiama Tim dicendo che non e' riuscito a far funzionare la connessione e che quindi e' inutile che ci vediamo per lavorare. Pero' mi invita ad uscire con i suoi amici, e io accetto. Poco dopo chiama anche Charles, che mi invita fuori per una bicchiere di vino, ma devo declinare.
Mi presento all'appuntamento davanti alla biblioteca dell'universita', vedo un tipo che si guarda intorno e immagino che si tratti di Tim. Ci stringiamo la mano e cominciamo ad andare verso Redland, il quartiere dove abitano i suoi amici, che ora lo stanno aspettando in un pub. Una volta entrati, Tim mi presenta agli altri e mi offre una pinta di sidro. Cosi' conosco Hanna, Charlotte, Bertie, P, Peter e qualche altro di cui non ricordo bene il nome. Arriva altra gente, ci spostiamo in un tavolo piu' grande, P offre un altro giro di sidro.
Quello che non sapevo degli inglesi e' che fossero cosi' accoglienti: quella sera sono riuscito a parlare con *tutti*, mi spiegavano le cose, cercavano di parlare piano perche' capissi e nel frattempo continuavano ad offrirmi del sidro.
Un'altra cosa che non sapevo era che alle 11.00 gli inglesi chiudono baracca e burattini; nei pub suona una campana, quella dell'ultimo giro, dopodiche' hai circa una mezz'oretta per finire il tuo drink e toglierti dalle scatole. Hanna dice che lei lavora in un pub nel centro dove hanno una licenza per vendere alcolici fino alle 2.00, ma e' una cosa molto rara. Bertie dice che questa usanza se la tirano dietro da fine 800, inizi 900, quando andare a prendere un gin nei pub comincio' a diventare una cosa popolare. Ma dicono anche che non risolva niente: limitare il consumo degli alcolici alle 11.00 di sera fa si' che la gente beva in fretta la stessa quantita' di alcool che berrebbe normalmente, per cui - dicono Bertie and company - al sabato sera dopo le 11 vedi le masse di gente completamente ubriaca fuori dai pub, che fa casino e si rotola per strada.
L'altra soluzione, piu' accettabile, e' di stare fuori fin verso le 11.30 e poi andare a casa di qualcuno a finire la serata. Alle 11.30 ci siamo presi su e siamo a casa di questi ragazzi. Se avete visto camera mia, sapete che non e' che splenda per il suo ordine; bene, ora immaginate una casa dove abitano otto Antonio alla volta, e dove ogni giorno arrivano i loro 8*n amici a fare casino. Ecco, avete capito che tipo di casa era.
Anyway, sono andato li', ho suonato un po' la chitarra poi verso l'una e qualcosa sono ripartito verso casa, a 15 minuti di cammino da la'.
L'indomani ero ancora li', dovevo usare la connessione in camera di Bertie per lavorare con Tim e cosi' e' stato anche il giorno dopo, venerdi'.
* * *
Sorry, ho dovuto interrompere questo episodio a meta': mentre scrivo e' gia' mercoledi' e sono successe tante altre cose. Cominciare un Erasmus si sta rivelando una impresa abbastanza impegnativa: tutti sono gentili e carini, ma qui faro' tre esami e sono tutti in un dipartimento diverso dall'altro. Una cosa che non vi ho detto e' che grazie al prof. Charles Burdett sono stato ammesso al dipartimento di Drama and Theater, domani vado a parlare con la professoressa.
Un'altra cosa che non vi ho detto e' che ho fatto un colloquio: a casa collaboro con Frederic, lo sapete, qui sto facendo un lavoretto con Tim e ho pensato di guardarmi intorno per alternative. Yutaka mi ricorda che posso sempre andare a fare il cameriere se non trovo posto come webdesigner ma io preferirei la seconda opzione.
In giugno ho mandato via un po' di curriculum, per vedere se riuscivo a trovare un posto stabile come part-time, e cosi' lunedi' sono andato da questa Nameless-UK (un nome, un programma). Mi hanno fatto un sacco di domande stupide, alle quali io ho risposto in modo altrettanto stupido; esempio (dopo il mio racconto-fiume di quello che ho fatto fin'ora): "cosa ti aspetti da noi, Antonio?" (presa dal manuale "come fare un buon colloquio di lavoro"). Risposta mia: "ahem, mi aspetto di... lavorare in un ambiente creativo (rassicurante banalita') e... ahem... che mi aiutiate a pagare l'affitto!". Faccia seria del tipo.
Dopo un'altra serie di domande su questo stile, uno dei tipi mi dice "bene, sembri molto /talented/, ti faremo sapere". Poi, poco prima di andarmene la segretaria mi offre un caffe' e io mi siedo di fianco ad uno dei due tipi con cui ho chiacchierato prima, chiedendogli di mostrarmi alcuni dei loro siti. Da li' in avanti e' il tracollo: in pratica mi metto a fare una piccola lezione di webdesign ad uno dei tipi, un po' perche' sono nervoso e un po' perche' mi fa vedere delle cose su cui non posso non commentare. Lo sapete, forse Frederic e' quello che lo sa meglio di tutti, quando si tratta di lavoro il termine /pain in the ass/ mi si adatta abbastanza bene, purtroppo o per fortuna ;-)
* * *
Altra pausa: il computer centre e' aperto 24 ore su 24 e oggi ne sto approfittando (anche troppo, adesso e' quasi mezzanotte e mi sembra ora di andare a casa).
Lo so, questo episodio e' un po' lofi ma cosa ci volete fare ;-)
Saluti, baci e abbracci a tutti quanti (sempre di piu' alla Fede, oh!)
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Antonio
PS: se vi siete rotti i coglioni di ricevere queste mail, da oggi in avanti potete leggere i Dispatches direttamente sul mio sito. Occhio, pero': ve li beccate in differita perche' devo avere tempo di copiare e incollare (si sa, qui a "bristol" copiare e incollare e' un arte piuttosto raffinata e richede molto tempo). Indirizzo:
<http://cavedoni.com/bristol/>
Of course!
Last modified: Thu, 13 May 2004 21:28:50 +0200