Dispatches from Bristol

  • From: Antonio Cavedoni
  • To: Amici e parenti
  • Date: Wed, 25 Sep 2002 18:18:00 +0100
  • Subject: Dispatches from Bristol, episode II
Ciao a tutti,

benvenuti ad un nuovo ed emozionante episodio di "Dispatches from Bristol". Nella scorsa puntata arrivavo qui a Bristol, conoscevo la mia padrona di casa Sue e la coinquilina Yutaka, e venivo infine salutato dalla gatta con una bella pisciata sul letto.

Ieri e oggi le cose sono state tutto sommato tranquille. Sue era sempre o a letto o all'ospedale, Vicky e' ancora data per dispersa e Yutaka mi ha accompagnato a comprare una International Phone Card: Sue dice che spende un sacco di soldi di telefono cosi' se usiamo le phone card alleggeriamo la sua bolletta e abbiamo un controllo diretto sui nostri costi senza dover fare delle penose divisioni sui numeri delle bollette, sistema medioevale con cui la Fede ha perso una quantita' incalcolabile di tempo mentre era in Erasmus a Valencia, sono testimone oculare del fattaccio.

Oggi mi ha chiamato Tim, un ragazzo con cui sto collaborando per il sito del centro sportivo universitario di Bristol. Lui non e' di Bristol e io non ho una connessione internet cosi' stasera dovremmo trovarci a casa di un suo amico e finire un po' di lavoro arretrato.

Nel frattempo ho parlato con Sue e abbiamo deciso di attivare una broadband connection con Blueyonder, una societa' del gruppo British Telecom che fornisce servizi di televisione via cavo (che abbiamo sottoscritto), internet e telefonia fissa. Inutile dire che la Sue e' dovuta stare al telefono per tre quarti d'ora, palleggiata da un call center all'altro per tutta l'Inghilterra fino a quando, dieci telefonate piu' tardi, non siamo riusciti a parlare con una persona che ne sapeva qualcosa e a risolvere la questione.

Di solito in questi casi avrei detto "ecco, sono proprio in Italia...", ma mi devo ricredere: "ecco, i call center fanno davvero cagare!". Poi ho raccontato la storia di Centro HL anche alla Sue, bevendo un the.

Poco fa ho anche rivisto la gatta, che dopo il misfatto ha visto bene di non farsi piu' vedere in giro per casa: si nascondeva furtivamente sotto il divano e confermo quanto detto ieri, ossia che questa gatta ha lo sgurz, solo che e' completamente deficente.

Nonostante le previsioni del tempo avessero dato pioggia per tutta la settimana, sono tre giorni che qua c'e' un sole che spacca le pietre, solo che c'e' un venticello che viene dritto dritto dalla Siberia quindi c'e' abbastanza freddo. Io, furbone, mi sono portato solo dei gran maglioni di lana e delle magliette, con il risultato che appena faccio due metri per strada sudo come un dannato e appena mi tolgo i 10 kg di maglione di dosso mi prendo una polmonite istantanea.

Oggi ho anche fissato l'appuntamento con Stuart, della web agency di cui vi parlavo ieri. Non sembra particolarmente carico visto che mi ha spostato l'appuntamento a lunedi' prossimo. /Fine/, sopravvivero' comunque.

Una cosa importante che non vi ho detto nella scorsa puntata, ma sarebbe stata potenzialmente catastrofica era il fuso orario. Tutti (tranne me, a quanto pare) sanno che il Regno Unito e' un'ora indietro rispetto all'Italia ("scemo! te l'hanno detto alle elementari che Greenwich e' un sobborgo di Londra"). Io avevo prenotato la corriera per arrivare qui per lunedi' alle 12.15. L'aereo doveva arrivare alle 11.30, dicevo, c'era tempo. Invece l'aereo e' arrivato alle 11.50, ora italiana, dopotutto era Ryanair e l'avevo pagato *soli* 30 euro per qualcosa, no? Quando abbiamo finito di scaricare le valigie ormai erano le 12.50 e sarei stato fregato. Invece il fuso orario mi ha salvato dalla mia stessa deficenza: con una leggera corsetta sono arrivato come se niente fosse al coach in tempo.

Lezione: andare alle elementari serve a qualcosa.

Ieri sono stato al supermercato, come vi dicevo, cercando di fare una spesa ragionevole. Sembra una cosa da poco, ma per me che non ho mai vissuto da solo evitare di uscire da un supermercato con il carrello pieno di vaccate che solo a guardarle ti si cariano anche le unghie dei piedi e' un'impresa non da poco. La cosa che mi ha reso piu' felice ma al tempo stesso piu' frustrato e' il reparto colazione: come qualcuno di voi sa bene io sono PAZZO per biscotti, cioccolata, cereali e cacchiatine varie che non ti sfamano ma ti fanno ingrassare un bel po'. A quanto pare anche gli inglesi apprezzano questo smodato disordine alimentare, per cui hanno dei reparti colazione nei supermercati che sono ENORMI. Tutta questa enormita' in realta' e' un vantaggio per me, perche' posso acquistare delle confezioni famiglia a prezzi da ingrosso. Cosi' ieri sono uscito dal Clifton Shopping Centre con un chilo di Corn Flakes (tutti in una scatola sola!) e tre pacchi di biscotti alla cioccolata che sgranocchio quando sento che il gatto si avvicina troppo alla porta della mia camera. La frustrazione di cui parlavo prima sta nel fatto che io comprerei TUTTO in questo reparto ma ahime' mi devo contenere.

Datemi un pacco di Harvest Crunch e vi sollevero' il mondo.

A presto,


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Antonio
Antonio Cavedoni
Last modified: Thu, 13 May 2004 21:28:49 +0200

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