Senza titolo #981
Scritto Venerdì 31 Maggio 2002, alle 22:10
Tramite questo codice PHP sto provando una nuova feature di Blogorroico: adesso ogni volta che aggiorno il weblog, ne viene tenuta traccia su weblogs.com.
Tramite questo codice PHP sto provando una nuova feature di Blogorroico: adesso ogni volta che aggiorno il weblog, ne viene tenuta traccia su weblogs.com.
Ho fatto bene ad aspettare a comprare una macchina fotografica digitale: in questi giorni è uscita una nuova Nikon che mi interessa proprio. Ma proprio proprio.
Una prova del discreto successo di Blogger Pro (tutti i blog con la [P] sono fatti con Pro).
Rileggendo alcune cose che ho scritto scopro l’acqua calda: è facilissimo cadere in contraddizione. Prima scrivo alcune considerazioni sui weblog italiani usando quattro volte la parola «fenomeno» e poi mi lamento che un in articolo su PCWorld si continui ad usarla. Chiedo venia.
Oggi sono capitato sul weblog di Gaspar Torriero e mi sono accorto che dà del tu ai propri lettori. Del tipo:
Nel frattempo stamattina mi sono scaricato e installato StarOffice. Faccio qualche prova e poi ti racconto.
Certo, caro amico, è come se io fingessi di conoscerti veramente (nonostante la maggior parte delle volte l’unica cosa che io sappia di te sia un indirizzo IP) e ti parlassi come in una conversazione informale. Concetto non nuovo ma potenzialmente intrigante.
Come fare i puntini di sospensione the right way: …
…
Oggi tramite BlogChat ho conosciuto Antonio Tombolini, e l’ho scoperto un innamorato dei weblog. Pensate che in Vyta, la sua nuova avventura imprenditoriale, ha chiesto che i partecipanti al progetto abbiano ciascuno un weblog, da cui Vyta prenderà e a cui offrirà contenuti. Se questo accadrà, come sembra molto probabile visto l’entusiasmo del capo, potremo vedere una comunità semi-commerciale che utilizza come suo strumento principe il weblog. Interessanti tutte le varie implicazioni che se ne possono trarre (anche dal punto di vista di quel marketing, così chiaro agli italiani, quelli spaghetti, pizza, mandolino, mamma e portali generalisti).
Dalla newsletter della Cooper Interaction Design: Goal-directed content management.
A partire da oggi ho esattamente una settimana per scrivere un soggetto cinematografico per un esame universitario. Avete qualche idea?
Enzo ci racconta la Balorda (e chi non si presenta l’anno prossimo è antipatico).
Il weblog italiano di Paolo Valdemarin.
Maurizio Boscarol: L’efficacia dei banner.
Blogorroico. Elucubrazioni settimanali.
Balorda effettuata, sono completamente cotto. Un saluto a tutti quelli che ho conosciuto oggi e anche a mia mamma, che non c’entra niente ma è sempre bello da dire.
È uscito un nuovo libro sui fogli di stile intitolato Cascading Style Sheets, Separating Content from Presentation, compràtelo.
Simone apre il suo weblog e dimostra che in fondo in fondo la forza scorre anche in Flash (no, non Gordon).
Qualche tempo Steven Garrity aveva aperto un dibattito su un nuovo formato di meta-descrizione dei weblog; tale linguaggio doveva chiamarsi BlogML e avrebbe creato le premesse per una organizzazione della mole infinita di contenuti prodotti dai weblogger del mondo. Bene, è stato recentemente lanciato un sito per discutere la questione, blogml.org
.
Sto giocando con RSS, un dialetto XML per la content syndication, ecco i primi risultati. Alcune questioni:
CDATA
).Rimedierò.
Un’altra nuova e-zine dedicata all’interaction design: si chiama GUUUI ed è già al secondo numero. L’articolo di questo mese è intitolato The Bottom-line of Prototyping and Usability Testing e propone una revisione del metodo di lavoro nella progettazione dei siti web inserendo momenti di analisi dell’usabilità tra i vari stadi della lavorazione.
Sempre su GUUUI, Competitive Usability spiega come l’usabilità diventerà un fattore di competitività fondamentale per un progetto legato ad internet. Nielsen ci aveva avvertiti...
via Christina.
Un modo creativo per visualizzare i post del proprio weblog: confabulando con Paolo, Marc Barrot è arrivato a rendere il proprio weblog come un outline, ossia con i post organizzati in una struttura ad albero. Vedere per credere, bell’esperimento.
Stamattina ho trovato un interessante sito scritto in inglese da un italiano: si chiama Freegorifero e contiene, oltre ad un weblog, alcuni articoli di di Fabio Sergio, «user experience director and information designer wanna-be» alla Reply di Milano. Vi segnalo User experience, an experience, articolo concentrato su un modello tridimensionale del centro di Milano e dell’esperienza che ne ha fatto Fabio.
Mi rifaccio vivo dopo una settimana di paella (si, di nuovo a Valencia), Attack of the Clones (Yoda!), topi (deceduti), virus (Klez, nel computer della mamma), mezzi di trasporto (tutti tranne la nave), Erasmus (disquisizioni sui miei futuri studi di italiano nel Regno Unito).
Sto bene, grazie: perdonate la pausa non annunciata, non è che sia molto abituato a rendere partecipe il mondo dei miei piccoli spostamenti. Che trasmissioni di Blogorroico riprendano!
Questa è bella. Per quanto riguarda la borsa Erasmus che ho vinto:
[...] è possibile disporre di soli 10 crediti (sui 30 complessivi disponibili) all’esterno del Dipartimento di Italianistica.
In pratica l’Università di Modena mi sta dicendo «gli inglesi ti ospitano volentieri, solo che due esami su tre devi darli sulla letteratura italiana». E poi ci lamentiamo del nostro sistema scolastico? Almeno facciamo fare degli esami sensati agli studenti Erasmus che vengono qua, noi.
Boxes and Arrows: Exploring content filters. I content filters permettono di navigare un sito selezionando il contenuto che ci interessa in maniera non lineare: in parole povere, possiamo stabilire dei criteri con cui filtrare il content del sito e combinarli in vari modi fino a quando non troviamo ciò che stiamo cercando. L’idea è intrigante ma mi domando se i menu a scomparsa siano una soluzione efficace dal punto di vista dell’interfaccia utente (se n’era già parlato).
Week.it è il primo giornale italiano a pubblicare un proprio weblog.
via blog.it.
Mentre continua la mia autoformazione su XML e affini, mi sono parecchie volte chiesto «ok, ma alla fine che cacchio è uno «schema»? Ecco la risposta:
An XML Schema is a DTD on steroids wearing different clothes.
Dire che non ho capito niente è dire poco.
O’Reilly Network: Top Ten FAQs for Web Services.
Uno dei miei «guru», Steven Champeon, ci racconta «perché il DHTML vincerà» su altri ambienti di sviluppo di interfacce utente per il web (Flash, per esempio). Le argomentazioni non mi convincono particolarmente, anche perché nonostante il progresso tecnologico ci sia effettivamente stato, parecchia gente con cui ho lavorato continua ad usare Netscape 4 e lo sviluppo di JavaScript cross-browser per ora è ancora affidato a librerie DHTML e trucchetti vari.
via Scott Andrew LePera.
UsefulDesign è un nuovo progetto di Fabrizio Schiavi, progettista del font che ho usato per l’attuale titolo di Blogorroico; in pratica vengono analizzate le scelte di progettazione fatte dai vari designer del globo, specialmente in applicazioni tipografiche e in contesti industriali. Questo mese: The German EU Numberplates: a Typographic Road Accident?, una discussione sulla tipografia delle nuove targhe tetesche.
Lines & Splines va in letargo; era l’unico blog interamente dedicato alla tipografia che conoscessi.
È quasi ufficiale: tra qualche giorno riceverò il mio battesimo dell’etere grazie alla redazione di Polaroid che mi ha invitato in trasmissione (come si fa a rifiutare la gloria e un drink a gratis?). Fremo.
AniMOweb è un concorso in cui bisogna creare un’animazione Flash per il sito dell’appennino modenese. Il committente è la provincia di Modena e il tutto è abbastanza amatoriale, ma il vincitore si porta a casa 1.500 €. Adesso vi interessa, eh?
È ormai qualche giorno che vorrei segnalarvi un articolo intitolato Content Publishing Systems Squash News Design. Questo pezzo parla di Knight Ridder, un editore americano che ha recentemente fatto un discreto autogoal: ha deciso di sistemare tutte le versioni online dei giornali da lei controllati con un unico content management system creato ad hoc. Il problema è questo CMS funziona solo con un tipo di grafica, che è stata riproposta su tutti i siti. Risultato? Utenti arrabbiatissimi e giornalisti ancora di più. Forse un paciugo.
Esilarante questa striscia di Dilbert sulle interfacce utente.
via Fred.
C’entra poco con Blogorroico ma non posso non scriverlo anche qui; ho vinto la borsa Erasmus, a Ottobre andrò a Bristol! Yay!
Avevo detto che non avrei più parlato di blog qui? Non ricordo...
Proprio mentre noi italiani ci lamentiamo della scarsa qualità degli articoli dedicati ai weblog sulla stampa nazionale, la CNN se ne esce con Blogs take Web diaries to the next level, pezzo quantomeno imbarazzante tenendo conto che viene pubblicato negli States, dove ormai «blog» è la buzzword dell’anno. Potremmo anche lamentarci un po’ meno.
Su Simplicissimus ho trovato il link a questa storia sull’Indipendent dove viene presentato il nuovo logo della comunità europea. Rem Koolhaas, l’architetto che si è occupato del progetto, ha preso tutte le bandiere degli stati membri della comunità e le ha messe insieme, una di fianco all’altra. Opera di un genio o di un ciarlatano, questo logo è destinato a far discutere.
Tim Berners-Lee sostiene che è importante che gli standards web rimangano senza royalties.
Non ho mai nascosto di essere un fanatico di Guerre Stellari. Avrò visto i primi tre film una ventina di volte e li so praticamente a memoria, ma ho visto The Phantom Menace una volta e mezzo, e mi si spezza il cuore leggendo che anche The Attack of the Clones è un incredibile flop stando a quello che dice il New York Times. Perdonate il tono drammatico ma sono affranto!
Simplicissimus è il weblog di Antonio Tombolini, ex capo di Esperya.
Un sito che mi sono trovato «tra i piedi» in mille ricerche online e che non ho mai preso con la dovuta considerazione è quello di Luc Devroye; una lista infinita di link sulla tipografia e risorse per chi abbia intenzione di avvicinarsi a questo affascinante mondo.
via xBlog.
Stamattina a lezione? abbiamo visto Tron, uno dei primissimi esperimenti di cinema elettronico. Il film è del 1982 e si vede: i dialoghi hanno fatto sorridere più di una volta la platea e questi programmi rappresentati da uomini in tutine aderenti e caschi anti infortunistica che bevono energia non possono che venire da quel periodo. Ma soprattutto c’è una cosa che è tipicamente anni ‘80: la convinzione che qualunque giovanotto con gli occhiali un po’ sfigato potesse recuperare fama e successo con le ragazze semplicemente giocando ai videogiochi. Al giorno d’oggi se le ragazze ti vedono attaccato ad un videogioco come minimo ti sputano in un occhio e da lì in avanti è finita.
Il film stupisce soprattutto per gli effetti speciali: la corsa delle motociclette tra programmi è imperdibile e, se inserita nel periodo in cui è uscito il film, era davvero avanti anni luce rispetto al resto. La trama è scontata perché è un continuo cliché, e tutte le inquadrature delle astronavi sono palesemente prese da Guerre Stellari, ciò nonostante il film merita una visione. Tra l’altro potrete vedervi Jeff «Drugo» Bridges nella parte di Flynn, un creativo (come venivano chiamati i programmatori dai loro programmàti) che ci sa fare.
Su Verbamanent: giornalismo per immagini. Siamo tutti d’accordo che si possano mandare dei messaggi anche solo con le immagini che vengono scelte, vero? Se così è, allora cosa potranno aver mai voluto dire i giornalisti de «La Repubblica» mettendo un immagine di Silvio Berlusconi con un ghigno ridicolo e la mano destra alzata? Insinuazioni di fascismo?
Nota di colore. Negli ultimi tre giorni ho avuto 41 hits di gente alla ricerca di antiinter
e www.antiinter.com
.
Visto che sono un uomo di parola, vi segnalo il weblog di un italiano che ho trovato in questi giorni: lui si chiama Paolo Valdemarin, scrive in inglese ed è molto amico di Dave Winer.
Ciao Mamma, ogi su La Stapma anno detto che il mio blog è il più divertente e poi ci hanno meso anche un linc: che belo! Pero mamma io questo «Blogdexter» non lo conosco mica: forse si son sbagliati pecché volevano dire Blogdex, forse.
Per tutti voi che venite dal sito del suddetto quotidiano: benvenuti! No, non ho barzellette simpatiche né foto di donne nude, però sì, mi piace far finta di avere un sito internet.
Oh – e a proposito del fatto di essere il più divertente (che non condivido): Leonardo lo è di più, e scrive pure meglio; Filo e i suoi amici di Power Monti hanno i link migliori; Polaroid consiglia la musica migliore; Max sa tutto sugli italiani; Frederic è il più nobile; Marco sa tutto sui blog (ed è un vero giornalista!); Pecus è il più giallo; Biccio e Betta hanno più gatti in casa loro di tutti gli altri messi insieme (15); Francesco è il più incasinato (tecnicamente); Roberto è il più matto.
Ma non solo: noi tutti ci troviamo a parlare su Verbamanent e ci facciamo segnalare da Fabio che ha la lista di weblog più grande d’Italia. E per un po’ non mi sentirete più parlare di blog su questo blog.
Quando il kerning può giocare brutti scherzi.
Joe Gillespie su Web Page Design for Designers: Style Sheets Without Tears, parte prima e seconda. Il titolo mi ricorda un vecchio articolo su A List Apart, chiamato Frames Without Tears.
Microsoft: Fitts’s UI Law Applied to the Web. La «legge di Fitts» è una teoria secondo cui alcuni elementi delle interfacce utente possono essere resi più o meno facili da cliccare per l’utente.
Joe Clark: TypoBlog, un articolo che parla dei weblog e in generale dei siti di news dedicati alla tipografia. In italiano c’è pochissimo materiale, anzi – volendo esagerare – non ce n’è per nulla sul web. Riempiamo questo vuoto, per favore?
Giancarlo Livraghi: Perché è sbagliato parlare di “utenti”.
Tra le cose che dovevo fare nella mia vita, oggi posso togliere «suonare la chitarra in televisione» (e su una rete decisamente valida come Rete4: telenovelas à go-go!). E con questo posso dichiarare chiusa la mia carriera televisiva. Avanti, web.
Per mia somma disgrazia la maggior parte dei domini che posseggo è registrata con Verisign. Cercherò di spostarli quanto prima.
Non è una questione personale, ma a me Davide Mengacci è sempre stato sulle scatole; forse perché lavora alla televisione, che già in sé mi stà sufficientemente sulle scatole. Fatto sta che da oggi ho un motivo in più per non «averlo in simpatia»: lui e la sua meravigliosa trasmissione La Domenica del Villaggio hanno deciso di fare tappa a Sassuolo. «Niente di male» – direte voi, vero? E invece no. Per far spazio a Davide Mengacci il centro della città è chiuso al traffico da domani (venerdì) fino a domenica mattina. Vi consiglio quindi di sintonizzarvi su Rete4: se tra una telenovela e l’altra vedete uno che impréca con la maglietta di Wainer Valido sapete già di chi si tratta. No, non di Davide Mengacci.
Dopo aver letto Removing the Ws from URLs abbiamo tolto tutti i vari www.
sia da questo sito che da Verbamanent. Unico problema, sembra esserci un errore di battitura nel codice dell’autore. Ho scritto nei commenti dell’articolo originale la mia soluzione, ditemi se funziona anche per voi.
Cominciamo bene questo Maggio 2002: dopo due giorni che mi scarico OpenOffice 641, me lo installo e comincio a giocarci. Scopro che di non avere la lista di parole dell’italiano per il correttore ortografico e vado sul sito, per poi scoprire che è uscita la versione 1.0. Ci vediamo tra altri 48 Megabyte.