Un problema contro cui sono andato a sbattere la testa di recente è come mettere un campo di testo dinamico sotto un livello maschera in Flash. La soluzione è molto semplice, si tratta di inserire (tradotto letteralmente to embed sarebbe «immergere») il font nel campo di testo. Grazie a Google e a Tek-tips.
Chi è venuto prima: Bloggando o Performics?
Rallegratevi amici miei, perché sto per infliggervi un altro dei miei Dispatches from Bristol. In questo episodio, un piccolo intervento del vostro web-developer preferito, Stefano Attardi in versione «idraulico».
Ho finalmente trovato un filtro anti-spam per Eudora che funziona. Si chiama Spamnix ed è basato sul più famoso SpamAssassin. Dopo mesi di ricerche e dopo averlo finalmente installato e usato per qualche giorno, non sono più sicuro che sia veramente quello che voglio. I pochi (due) falsi positivi che ha individuato fin’ora mi hanno fatto un po’ arrabbiare, anche perché mi hanno fatto realizzare di colpo che un filtro del genere, se da una parte mette una pezza al problema dall’altra ne scopre un altro.
Lo spam è noioso perché si infila nella posta tradizionale, ma dopo anni di abitudine, ormai per me ci vuole un nanosecondo a cancellare una mail che riconosco come junk. Con il filtro anti-spam, invece, ogni singola volta che ricevo della posta elettronica mi precipito nella cartella di Spamnix per vedere se ci sono dei falsi positivi. Ho risolto il mio problema, o l’ho anche solo alleviato? Ne dubito.
In caso ve lo foste persi, ecco il mio articolo sui weblog, pubblicato da Internet News.
Nella posta qualche giorno fa ho trovato una copia di Net to be di Roberto Grassilli. Che dire, non avevo mai seguito la striscia su Web e ora che me la ritrovo sul comodino mi rendo conto di quello che mi sono perso.
In una serata uggiosa ho messo insieme questa versione senza tabelle del mio tanto stimato emorroico. Problema: cari amici che usate un Mac, il vostro Internet Explorer 5 è spazzatura! Correzione.
Sono stato nominato! Se anche voi pensate che il netturbino dell’anno sia il sottoscritto, votatemi. Tra l’altro vedo confermata una regola comune a tutti questi «concorsi»: sono stato nominato per meriti altrui, ma votatemi lo stesso. Ci tengo molto.
Grazie ai potenti mezzi della BBC eccovi una webcam sull’irriconoscibile centro di Bristol.
Ciao a tutti, e bentornati su Blogorroico: elucubrazioni di quando non sono né all’università né a lavorare, quindi più o meno una volta alla settimana. Oggi sono fiero di presentarvi l’episodio dei miei dispacci da Bristol che fin’ora ha avuto più successo, il quinto. Buon divertimento.
Ho provato ad installare Subversion sul portatile che ho qui a Bristol, per avere un repository locale dei miei progetti, ma purtroppo ho scoperto che il server non funziona su Windows Millennium Edition. «Cambia sistema operativo!», direte voi: come se avessi voglia di farlo, ora. «E allora passa a CVS, no?»: visto che devo cominciare da zero con un sistema di versioning, perché mai dovrei cominciare con uno che sta per morire quando c’è già Subversion, che è progettato per esserne il successore?
In altre parole: c’è qualcuno che ha un po’ di spazio su un server Linux da mettere a disposizione per fare un po’ di esperimenti?
Un po’ in ritardo, eccovi un nuovo episodio dei miei Dispatches from Bristol; nuovo, si fa poi per dire: è di un mese fa.
Nuovo trucco per Polaroid, che ieri segnalava l’ignoranza di Giuliano Ferrara sulle botteghe equo-solidali. Non posso non sorridere, addentando la Compañera che la Fede mi ha portato a Bristol la settimana scorsa.
Non so di preciso chi sia il responsabile ma ormai vedo sempre più di frequente – specialmente nella cricca dei bloggatori – l’abitudine a scrivere sequenze composte da due frasi, la seconda delle quali è composta da una sola parola. Questo stile sembra derivare in un qualche modo dagli slogan pubblicitari, ed è più diffuso in inglese che in italiano, ma siccome siamo particolarmente esposti al’inglese di questi tempi l’abitudine sta prendendo piede anche da noi. Proviamo alcuni esempi, per chiarire di cosa si tratta:
Purtroppo mentre scrivo questa cosa mi rendo perfettamente conto di essere appestato dal morbo anche io, tant’è che molti dei miei post qui su Blogorroico finiscono con un commento di una sola parola.
Non che ci sia nulla di male in questa tecnica, ma il fatto di vederla usata in qualunque contesto comincia a renderla decisamente fastidiosa. La mia proposta quindi è di eliminare il fenomeno, per il quale mi serve una definizione: avete qualche suggerimento?
Gli spammer devono essere in fermento in questi giorni, visto che le offerte per allungare il mio pene e per offrirmi denaro stanno praticamente superando il numero di mail «legittime» che ricevo.
Dimenticavo, la maggior parte dei link di oggi sono rubati al blog di Simon Willison, che a quanto pare andava all’università a Bath. Caso vuole che io lavori a Bath, proprio ora: strano, no?
Un piccolo script che converte una semplice lista <ul> in un menu gerarchico in DHTML.
Jeremy Zawodny ci ricorda che gli URI sono molto importanti, mentre Jon Udell parla di standard de facto nella progettazione di indirizzi internet, in particolare nelle funzioni di ricerca dei siti (se ci fate caso molti siti – questo compreso – usano uno schema molto simile al /search?q=… di Google).
Gli impegni inglesi mi hanno tenuto un po’ distante da Blogorroico in questi giorni. Le elucubrazioni «quotidiane» possono ora riprendere con un qualche barlume di quotidianità.
Dal LitBits di Luisa Carrada rubo una citazione di Italo Svevo, autore a me particolarmente caro:
Io credo, sinceramente credo, che non c’è miglior via per arrivare a scrivere sul serio che di scribacchiare giornalmente. —Italo Svevo
Per i lettori particolarmente attenti, nel mio articolo su Internet News avevo provato a vedere come sarebbe potuto essere il blog di Zeno Cosini, protagonista de La Coscienza di Zeno del succitato Svevo. Ora, che Svevo stesso citi la pratica della scrittura quotidiana tipica tra gli altri anche dei blog, beh, un po’ mi fa sorridere. Probabilmente se fosse vissuto in un’altra epoca sarebbe finito in quella che Enzo di Polaroid chiama «blog balotta», e non sarebbe stato affatto male.
