Amici di amici di amici
Scritto Lunedì 29 Settembre 2003, alle 20:08
Joseph Reagle: FOAF Spheres of Privacy
Via Danny Ayers.
Joseph Reagle: FOAF Spheres of Privacy
Via Danny Ayers.
Grazie a Danny Ayers ho trovato questo articolo su xulplanet.com che in pratica è una introduzione a RDF. RDF, infatti, viene tra le altre cose usato da Mozilla per gestire i suoi bookmarks. Anyway: Introduction to the RDF Model, spiega un po’ il modello a grafi di RDF e introduce la serializzazione RDF/XML. Ben fatto, anche se in inglese.
Il primo post su Emorroico. Dicevo:
Cedo. Anche se mi divertivo di più in inglese, mi sembra giunta l’ora di parlare un po’ in italiano. Poi, forse, tornerò sui miei passi.
Heh, pensavo proprio in questi giorni di tornare a scrivere un po’ anche in inglese. L’idea è che su alcune questioni credo di poter fare un po’ da ponte tra i blog italiani e quelli internazionali, più o meno come fa ora Paolo Valdemarin, anche se non ho assolutamente intenzione di mettermi a tradurre dei post. Bah, vedremo. E comunque, buon compleanno Emorroico!
Mentre leggevo l’anteprima dell’articolo di domani di Massimo Mantellini su Punto Informatico, mi è venuta in mente una cosa. Nell’articolo in pratica si parla di Splinder e della non-decisione riguardo i feed RSS basata anche su problemi di banda di cui parlavo qualche post fa. Bene, il problema è facilmente aggirabile in due modi: il primo è la compressione GZIP sui feed; quello che succede è che ad ogni richiesta il server invece di mandare il contenuto dell’intera pagina (o feed RSS, nel nostro caso), ne manda una versione compressa, che viene poi scompattata al volo dallo User Agent (o blog aggregator che sia).
L’altra è una tecnica chiamata Conditional GET e funziona più o meno così: quando viene fatta una richiesta su un file, di solito lo User Agent riceve due header HTTP di questo tipo:
Last-Modified: Sun, 28 Sep 2003 18:56:12 GMT
Etag: "d5bd239a00a3a6a33bb6c992c021a04c"
Il primo indica la data di ultima modifica del file, e il secondo è un identificatore univoco generato dal contenuto del file stesso. Se lo User Agent dell’utente (ancora, uno user agent potrebbe essere sia un browser che un aggregator che uno spider automatico) torna sulla stessa pagina, insieme agli altri header manda anche questi due, che prende dalla sua cache interna:
If-Modified-Since: Sun, 28 Sep 2003 18:56:12 GMT
If-None-Match: "d5bd239a00a3a6a33bb6c992c021a04c"
Se il server supporta Conditional GET, controllerà questi due header con quello che «sa» sul file che viene richiesto, e a seconda che gli header siano diversi o uguali manderà o dei nuovi header Etag, uno status HTTP 200 “OK” e il nuovo contenuto del file, oppure un header 304 “Not Modified”(che dice allo user agent qualcosa tipo «il file che stai cercando non è stato modificato dall’ultima volta che sei stato qui) e basta. Dopo il 304 la conversazione tra UA e server finisce, perché lo UA mostra all’utente la pagina che ha nella sua cache interna, visto che non è stato modificato. Da questo spero che sia chiara una cosa: i dati che passano tra client e server sono sostanzialmente minori nel caso di server che supporti Conditional GET.
Ma tornando a noi, visto che è ormai di dominio pubblico che Splinder utilizzi Drupal (scritto in PHP), sarebbe banale per loro implementare le due tecnologie di cui vi ho appena parlato. Nel primo caso è triviale e si tratta di una sola riga di codice, nel secondo è un po’ più complicato perché bisogna addirittura copiare e incollare una funzione, o includere la libreria CGI_BUFFER di Mark Nottingham.
E per razzolare quello che semino, ho implementato entrambe le cose sul nuovissimo feed RSS di Emorroico (se volete dare un’occhiata con Mozilla, provate LiveHTTPheaders).
Era tanto tempo che dovevo farlo, così oggi finalmente il mio feed RSS è stato aggiornato a RSS 1.0, ovvero RDF. Aggiornate i vostri aggregatori!. Ovviamente, è anche valido. A proposito, in caso non ve ne foste accorti anche il wiki di netart ha un feed RSS tramite il quale potete seguire le modifiche alle pagine del sito.
Da quando ho comprato oscar
, il mio portatile Mac, ho finalmente cominciato a scoprire le gioie (molte e indescrivibili) e i dolori (molti anche loro, ma per fortuna molto più rari) di Unicode. Ora tutte le volte che scrivo su un client IM tipo Proteus o su un client IRC tipo il mio XChat Aqua lo faccio in Unicode!
Quelli che seguono sono alcuni link interessanti sull’argomento:
For the World’s A B C’s, He Makes 1’s and 0’s, ovvero la storia di Michael Everson e di come è nato il progetto Unicode
via typographica;
Unicode Checker è una utility imperdibile per Mac OS X che rende disponibili a tutte le applicazioni che avete installate sul sistema degli strumenti per convertire da puro Unicode a specifici encodings e viceversa.
via Federico Marzocchi;
Viva Unicode!
Dando un’occhiata alle statistiche di questo sito sembra che gli aggregatori abbiano ormai di gran lunga superato i visitatori «normali». Due dati significativi:
Ah, aggiungo anche che da un mese a questa parte sono diventato un avidissimo utilizzatore di NetNewsWire Lite, al momento iscritto a 126 feed RSS.
Ultimamente sono un po’ malaticcio, così ho passato questo weekend a casa con venti maglioni, calze di lana e un panno addosso. Ovviamente non mi è mancato il tempo per oziare e così ho finalmente sistemato i demotivators per Labo27. I demotivators sono piccole frasette in inglese che vengono presentate a caso ogni volta che si apre una finestra di terminale; tanto per fare qualche esempio: «Labo27: the betamax of web design», oppure «Labo27: the fine print can always be finer», oppure ancora «Labo27: if you don’t sue us it’s a success». Prossimamente sui vostri schermi l’intera lista, e se avete proposte per aggiunte ai nostri demotivators, ben vengano.
Nel frattempo stanotte c’è stato il famoso blackout nazionale: come 5am l’ho dormito tutto quanto senza accorgermi di nulla. Mi sono poi venute in mente le dichiarazioni degli esperti della protezione civile, chiamati in causa ai tempi del blackout di New York: «Ma sarebbe possibile una cosa del genere in Italia?» «Assolutamente no, noi abbiamo vari sistemi ausiliari distribuiti su larga scala che non permetterebbero mai un tale effetto a catena». No, no.
Ma torniamo a noi. Sembra che ci sia una relazione diretta tra malattia e geekness, così oggi mi sono messo a navigare un po’ cercando di sistemare il mio Emacs per OS X:
Ci sarebbero molte, molte altre cose, ma per ora direi che può bastare.
Ieri l’altro Tim Berners-Lee ha tenuto una conferenza alla Royal Society sull’architettura del web e su come è stato creato. È disponibile un filmato della conferenza, purtroppo visibile solo con Real Player. Berners-Lee è famoso per la velocità con la quale parla e anche questa volta si conferma ai limiti dell’udibile. Da notare il fatto che è riuscito a pronunciare frasi tipo «[…] then you get all messed up […]» (dopo ti incasini tutto) davanti alla Royal Society di Londra.
Leggenda metropolitana: sembra che qualcuno creda che durante il giorno dell’equinozio d’autunno (ieri), mettendo delle uova su un tavolo, queste stiano in piedi da sole. Per fortuna che ci pensa il mitico APOD a sfatare il mito.
Come cacchio si scrive «WebDesign»? Votiamo su netart!
Ho coniato un nuovo termine, contrazione di Web e Semantic: wemantic. Non è un perfetto googlewhack per un soffio (sembra che anche gli altri facciano gli stessi errori di battitura che faccio io alla fine). È anche una phenomic word. Bella lì.
Altro che il Foglio, da oggi i blog ce li ha anche la Repubblica. Ovviamente, senza feed RSS.
Eccomi di nuovo qui in Italia, sano e salvo. Spero che le vostre vacanze siano state altrettanto belle delle mie in Portogallo: ho fatto un sacco di foto e mi sono genericamente riposato con la Fede, Ciaffi e la Mussa. Grazie ragazzi!
On other news, grazie a Satcom ho finalmente una connessione ADSL funzionante e la mia rete wifi casalinga è diventata operativa. Tanto per cambiare, al rientro sono stato sommerso di lavoro e impegni anche se sono già riuscito a rimettermi più o meno in pari con quello che succede sul web. Emorroico dovrebbe riprendere la normale programmazione da oggi, e via!